Piero Zamboni

Nell’ottobre del 1959 siamo venuti ad abitare a Ponte Crencano allora zona di espansione alla periferia
nord di Verona, in quella che sarebbe, di li a pochi anni, diventata la Parrocchia di S. Maria Ausiliatrice.
Nella nostra via, oggi via Pieve di Cadore ma allora propaggine di via Mameli, esisteva solo il nostro
condominio e i due, più piccoli, della “Telve”.
Le poche strade erano bianche, contornate da campi coltivati e conducevano a case rurali o a piccole corti,
al mulino Dall’Ora o alle poche attività esistenti sulla via Mameli o a Ca di Cozzi, all’incrocio con via
Quinzano.
Tutto era in divenire, la Chiesa e le opere parrocchiali non esistevano così come lo spirito comunitario.
In un clima così ricco di fermenti il papà, architetto, maestro di musica, sportivo e amante della montagna,
colse l’opportunità di partecipare alla realizzazione di questo pezzo di città in espansione.
Con l’ing. Ferdinando Girardi costruì la prima chiesa, ora sala polifunzionale e la canonica, all’interno della
quale trovarono, finalmente, sede definitiva le aule del catechismo, sino ad allora ospitate in più ambienti e
le altre attività di aggregazione e formazione per numerosi giovani. Ricordo con piacere le lunghe estati del
Grest (Gruppo estivo) e le interminabili partite sul “Campetto”, realizzato secondo lo spirito Salesiano
dell’Oratorio vicino alla Chiesa e alla canonica, dove si organizzavano numerosi tornei giovanili e per
amatori. Da questi ultimi e per strutturare l’attività sportiva, prese il via l’US Cadore il cui nome si deve al
fatto che la maggior parte dei fondatori abitavano, appunto, in via Pieve di Cadore. Ricordo, tra gli altri, i
sig.ri Marchi, Breda, Carli, Morini.
Ancora una volta il papà affiancando questi e altri “costruttori”, contribuì a organizzare nel 1973, in
collaborazione con la “Giovane Montagna”, rappresentata tra gli altri da Beppe Casati e da Giovanni
Padovani e con il patrocinio della parrocchia, la “4 Passi di Primavera”, una delle prime non competitive a
scopo benefico di Verona che quest’anno festeggia, appunto, il Cinquantesimo e per la quale il papà
disegnò il logo riportato anche sulle spille che venivano date ai partecipanti.
Non meno importanti, anche se svolte in maniera silenziosa, le iniziative rivolte al sociale, portate avanti
con persone di grande fede e moralità come Giulio Rocca o Agostino Forlati.
Molti altri che come il papà hanno contribuito allo sviluppo sociopolitico e religioso di Ponte Crencano e
della parrocchia di S. Maria Ausiliatrice, ora non li ricordo e me ne scuso, ma duraturo è il loro
insegnamento morale che resterà, mi auguro, alla base di questa comunità.